Lievitati
Sofficità, frangranza, artigianilità sono le caratteristiche dei miei lievitati, creati uno ad uno per poterti offrire un prodotto sempre fresco e di qualità.
Per questo lavoro solo su ordinazione: ogni prodotto è realizzato appositamente per te.
In versione dolce o salata: scegli il tuo gusto preferito
Lievitati dolci
Prezzi al kg
Treccia dolce
Dolce e soffice, la Treccia è ideale per iniziare la giornata con un sorriso.
Gustala al naturale o spalmata con marmellata o cioccolata.
€22,00
DOLCE
Panettone
Il panettone è il re del nostro Natale.
Tradizionale o con le gocce di cioccolata fondente, puoi ordinare il panettone artigianale in confezioni da 500 gr o 1000 gr.
€ 35,00
DOLCE
Pandoro
È il dolce natalizio preferito dai bambini: morbido morbido come un tenero peluche.
Fatto solo con farine bio!
€ 35,00
DOLCE
Lievitati salati
Prezzi al kg
Panettone salato
Con caciotta, prosciutto e verdure a dadini. E solo farine biologiche. In confezioni da 500 gr e 1000 gr.
€ 35,00
SALATO
Babà rustico
Il babà rustico, farcito con caciocavallo e salame rustico e pancetta. Le farine sono biologiche e macinate a pietra. In confezione da 500 gr o da 1000 gr.
€ 30,00
SALATO
PANDORO
Il dolce come lo conosciamo oggi è stato inventato e registrato nel 1894 da Domenico Melegatti.
Per arrivare a questa ricetta, Melegatti si ispirò a diverse tradizioni venete quasi tutte preparate per la vigilia di Natale: dal pan de oro, un dolce conico a forma di stella, ricoperto da foglie d'oro, consumato dai nobili della Venezia del 1200; al nadalin, anch'esso a forma di stella, al dolce di Vienna, al levà, di cui si propone di migliorare la lievitazione per ottenere una pasta molto più soffice.
Decide di eliminare l’uvetta e i pinoli, aumenta la quantità di zucchero, uova e soprattutto di burro, ottenendo un impasto soffice e morbido.
PANETTONE
Anche sulla nascita del panettone esistono diverse storie. L'unico punto in comune è l'origine del nome: il Pan del Toni, da cui panettone.
Una narra di Ughetto, il figlio del condottiero Giacometto degli Atellani, che innamoratosi di Adalgisa, s’improvvisò pasticcere presso il negozio del padre della fanciulla, un certo Toni. Un'altra leggenda racconta che per la vigilia di Natale, alla corte del duca Ludovico, era stato preparato un dessert da favola ma tradizione vuole che questo pane a cupola con dentro chicchi d’uva si bruciò. L'aiutante del cuoco, sempre un certo Toni preparò in fretta e furia un pane dolce.
Di sicuro, l’origine del panettone si rifà all’usanza medievale di preparare pani più ricchi, come quelli serviti durante il “rito del ciocco”, quando il capofamiglia serviva grandi pani di frumento di fronte al ceppo di Natale che ardeva nel camino. Le prime ricette del panettone risalgono al 1606: nel primo Dizionario milanese-italiano si parla di un non meglio precisato “panaton de danedaa”. Ma le descrizioni più precise sono dell'800, in cui si parla di un dolce fatto con una specie di pane di frumento addobbato con burro, uova, zucchero e uva passerina (ughett) o sultana oppure con farina turca. Probabilmente, in origine, il panettone non era morbido e lievitato come lo conosciamo oggi, ma assomigliava di più all'attuale panettone genovese.
BABA'
C’era una volta....un Re. Esattamente! Che sia storia o leggenda è difficile dirlo. L'unica cosa certa è che Stanislao Leszczinski fosse un re molto goloso, senza regno ed esule in terra di Francia.
Stufo di mangiare il tipico dolce polacco babka” (leggi babcia), cioè nonna, (quindi dolce della nonna) chiese al pasticciere Nicolas Sthorer, di inventare qualcosa di diverso.
Questi ebbe l'idea di bagnare l’impasto del babka con del vino Tokay. Il dolce ebbe un successo strepitoso, tanto che la figlia di Stanislao, Maria, nel frattempo diventata regina consorte di Luigi XV, se lo portò alla corte di Versailles e nel 1730 accordò a Sthorer la licenza per aprire la pasticceria Sthorer che ancora oggi si trova al numero 52 di rue Montorgueil.
E come arrivò a Napoli?
Siamo ormai nella seconda metà del '700 e Regina di Napoli è Maria Carolina, figlia di Maria Teresa d'Austria, sorella di Maria Antonietta di Francia (sì, quella che fu decapitata) e moglie di Ferdinando IV di Borbone.
Insomma le due regine erano sorelle e Parigi era una capitale importante per scienza, filosofia, moda e potere. Dunque la corte di Napoli e i nobili napoletani presero molti spunti dalle mode francesi. Si importava di tutto, anche i cuochi francesi, i monsiuer, appellativo dato anticamente ai cuochi professionisti, monzù, storpiatura della parola francese , che noi ringraziamo moltissimo per averci fatto conoscere il babà!